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Sono Irene e sono una prostituta


di maktero
22.11.2024    |    112    |    0 8.0
"Mi dice che sono una delle sue peggiori puttane, quella che lo fa guadagnare di meno..."
Mi chiamo Irene e sono una puttana.
Il mio magnaccia è venuto a prendermi vicino a casa.
Sono salita sulla sua macchina per essere portata al mio luogo di lavoro.
Una strada ben frequentata dove altre puttane come me vendono il loro corpo.
Alcune lo fanno per necessità., molte.
Altre lo fanno per piacere, poche.
Io faccio parte di quest'ultima categoria.
Il mio magnaccia mi lascia sulla strada e si aspetta di ottenere un certo guadagno dalla mia attivvità.
Se non lo farò lui mi punirà crudelmente.
E' quello che mi aspetto e che voglio.
Passo la serata a soddisfare clienti, gli faccio pompini mi faccio inculare.
Mi pagano molto perchè sono brava e gli faccio godere più che bene.
Quanddo arriva l'alba ed il imio turno di servizio finisce getto via la maggior parte dei soldi, beato chi li troverà.
Arriva il mio magnaccia e gi faccio avere i pochi sodli che ho mantenuto.
Lui si incazza per quei pochi soli che gli dò e mi picchia perchè non sono stata capace di farlo guadagnare a sufficienza.
Mi dice che sono una delle sue peggiori puttane, quella che lo fa guadagnare di meno.
Sono contenta di subire le sue punizioni che ho cercato ingannandolo.
Mi sento veramente perversa in questo mio atteggiamento.
Sono contenta delle sue botte che mi fanno molto male ma che mi piacciono ed è ciò che volevo.
Lui raccoglie un altra puttana di sua proprietà che gli porta una grossa cifra.
Il maiale mi umilia comparando il guadagno che aveva fatto con quell'altra troia e con i pochi soldi che aveva fatto con me.
L'altra troia sembrava contenta della sua valutazione, io godevo di quella umiliante comparazione.
Ben contenta di averla provocata mi eccitavo e toccavo il mio cazzo .
L'altra puttana accanto a me vide la mia attivittà e mi prese in mano il cazzo.
Cominciò a masturbarmi, mentre il magnaccia guidava.
La troia mi fece arrivare mentre arrivavamo davanti a casa sua; la baciai un momento prima che lei scenesse alla macchina.
Poi il magnaccia riprese i percorso e mi disse che avrei ovuto essere punita per la mia mancanza i redittività.
Era quello che volevo, quello scemo del magnaccia non aveva compreso la mia natura.
Aspettavo solamente di essere punita.
Arrivati alla sua casa mi fece entrare facenomi spogliare prendendomi a calci e pugni,
Era bravo a picchiarmi non era la prima volta che assaggiavo le sue botte, ci sapeva fare.
Lo apprezavo per quello.
Mi legò e mi carico al soffitto a testa in giù , senti il sangue arivvarmi alla testa e poi le botte di quello stronzo.
Mi tratto come un sacco di patate riempiendomi di botte, per me ogni colpo era un godimento.
Ma non volevo farglierlo sapere e lo imploravo di smettere facendogli credere che stessi soffrendo e in realta stavo godendo.
Stanco delle botte che mi dava andò via a dormire lasciandomi appesa a testa in giù massacrata di bottte.
Ero contenta, dondolando, con il mio corpo massacrato mi sentivo felice il mio cazzo era eretto e forse nela nottata che mi aspettava sarei arrivatta sborrando.
Come mi piace fare la puttana.








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